27 febbraio 2023

Urania n. 7 - Schiavi degli invisibili di Eric Frank Russel


CARATTERISTICHE EDITORIALI E FISICHE

Il libro è in forma discreta, molto pulito, ma le pagine interne sono forse un po' troppo brunite. Dorso perfetto, solido e coeso copertina impeccabile nonostante la piega da lettura lungo la costina. Presenta sul frontespizio la solita firma incomprensibile e la data "Gennaio 1953".

Schiavi degli Invisibili, in originale Sinister Barrier, viene dapprima pubblicato a puntate sulla rivista Unknown e vede la stampa in volume nel 1943. 

La "sinistra barriera" del titolo è quella del limite della visione umana nello spettro elettromagnetico, che nasconde l'idea geniale su cui si basa l'intera narrazione, ma non posso condannare la scelta traduttiva dell'editore italiano: è calzante, interessante e forse anche migliore dell'originale, che è criptico e non particolarmente eccitante per una copertina da edicola.

La traduzione è di Patrizio Dalloro, pseudonimo che Maria Teresa "Mutti" Maglione condivideva col compagno Giorgio Monicelli. In questo caso è proprio lei, ho verificato, ed è BRAVISSIMA. Non è solo una traduttrice di vaglia, ma anche un'autrice vera e propria - il numero 11 di Urania Rivista contiene infatti la prima puntata del romanzo I figli delle stelle di Elizabeth Stern, che altro non è che un suo ulteriore pseudonimo. 
Compagna, come detto, di Giorgio Monicelli, che fu fondatore di Urania nonché ideatore del termine "fantascienza" (per quel che ne so, attestato in stampa la prima volta proprio nell'editoriale del numero 1 de "I Romanzi di Urania", Le Sabbie di Marte di Clarke) e fratellastro maggiore del più famoso Mario, fu una splendida traduttrice dal francese e dall'inglese e le sue capacità qui sono del tutto evidenti. 
La traduzione è agile, la prosa elegante e immediata, niente suona fuori posto e nemmeno gli errori editoriali (errori di battitura, qualche ausiliario mancante... ho contato una dozzina di refusi del genere, che è nella media Urania) riescono a detrarre alcunché da un lavoro eccellente che aiuta la bella prosa di Russel a fare degnamente il suo lavoro. 

Oltre al romanzo illustrato, il numero comprende una rubrica scientifica e un varietà enigmistico. La rubrica si occupa di notizie scientifiche di cui non si è saputo più nulla (come ad esempio esperimenti che parrebbero aver determinato che le piante hanno un sistema nervoso come gli animali), della plausibilità di Atlantide e Lemuria e delle possibilità di vita su Giove, tutto scientificamente corretto secondo le conoscenze del tempo ma anche tutto molto possibilista: d'altronde Monicelli non aveva ben chiari i confini tra scienza e pseudoscienza, come dimostra in tutti i suoi scritti a riguardo.

RECENSIONE (SPOILER!)

A un certo punto, nel remotissimo futuro del 2015, cominciano a morire scienziati. Un sacco di scienziati. Tutte morti accidentali o per cause naturali, alcuni sono anche impazziti - compresi due scienziati finanziati dall'agenzia di Bill Graham, agente speciale, che decide di iniziare un'inchiesta perché qualcosa gli puzza.
Questo da il via a un'indagine serrata in cui le persone che potrebbero saperne qualcosa muoiono con terrificante tempismo poco prima di essere interrogate. Cosa sarà mai a causare questa strage? La risposta è effettivamente sconvolgente e geniale: salta fuori che la spiegazione di gran parte dei fenomeni "fortiani" è che, invisibile agli esseri umani, una razza di esseri sferici col diametro di un metro, azzurrini e fluttuanti chiamati Vitoni ci alleva, ci rapisce per studiarci e sperimenta su di noi, sterminando sistematicamente tutti coloro che, per un motivo o per l'altro, si accorgano della cosa e rischino di spifferare.

Telecinesi, levitazione, poteri psichici di varia natura sono il risultato di questi esperimenti, le sparizioni individuali o di massa sono dovute ai rapimenti. Anche fenomeni come fulmini globulari o fuochi di Sant'Elmo sono attribuiti a loro, così come banalità tipo i brividi lungo la schiena (è un Vitone che si nutre delle vostre emozioni) e mille altre cose. Russel se l'è studiata bene! Ha escogitato una spiegazione unica e coerente per tutti i fenomeni "sovrannaturali" e non vede l'ora di spargere per il romanzo queste chicche, a volte sorprendenti e inaspettate. ADORO. Miglior uso narrativo delle strampalate idee di Fort che io abbia mai visto.

Lo stato di cose appena descritto è dovuto al fatto che i Vitoni si nutrono della nostra energia nervosa, quindi per loro siamo mero bestiame. Ci hanno persino smanettato il DNA curiosi di sapere se potevano impiantarci alcune delle loro caratteristiche con lo stesso spirito in cui noi, a sentire uno degli scienziati, non possiamo fare a meno di insegnare a un pappagallo a "bestemmiare" (cit.) o a una scimmia a fumare e montare in bicicletta (brrrr, gli anni '30). 

Solo nel 2015 della finzione siamo a un livello tecnologico sufficiente a fotografarli, provare la loro esistenza e persino rendere la popolazione generale in grado di vederli con un particolare composto chimico da applicare sugli occhi... quindi si sono un filino indisposti nei nostri confronti come lo saremmo noi se le mandrie del mondo capissero cosa sta accadendo e decidessero che non gli conviene.

Peggio ancora, sono i Vitoni a incitare la violenza su larga scala, eccitando le menti dei loro schiavi per indurli a generare maggiore energia. Russel qui implica chiaramente che senza i Vitoni l'umanità non conoscerebbe la guerra, i conflitti sociali, le rivolte e ogni altra manifestazione di discordia, che è un bel pensiero... anche se secondo me ci dipinge in una luce un po' troppo ottimista e assolutoria.

Chi siano e perché siano qui, questi Vitoni, non si sa, nemmeno da quanto di preciso. C'è chi pensa siano invasori arrivati di recente, chi in un lontanissimo passato, chi ritiene che si tratti di esseri terrestri quanto noi e chi pensa che siamo noi gli alieni, importati sulla Terra dalla vera specie dominante. Le cose note oltre al loro aspetto sono che:

  • possono leggerci nel pensiero a breve distanza, motivo per cui sanno chi uccidere;
  • sanno influenzare le nostre emozioni per indurci in "appetitosi" stati di alta attività neurale;
  • nutrendosi della nostra energia possono causare infarti fatali (come hanno fatto per diversi scienziati);
  • non sono onnipotenti. Pur essendo composti di pura energia "vitale" ("Vitoni", appunto) sono esseri individualmente definiti e, come noi, se vogliono intervenire in un luogo devono prima andarci.
Con questa scoperta clamorosa, a cui si arriva con un colpo di scena ben costruito dopo una sessantina di pagine di suspance, Russel apre una sarabanda d'azione veloce e intensa in cui viene coinvolto il governo americano, ora determinato a comprendere e distruggere i padroni della Terra e (ovviamente) a guidare lo sforzo mondiale in tal senso.

Il romanzo si legge come un filmone catastrofico d'invasione, in cui scoperta si sussegue a scoperta, colpo a contraccolpo e la lotta per la supremazia sulla Terra è serrata. I personaggi, protagonista compreso, sono in genere molto monodimensionali e il loro unico compito è portare avanti una narrativa travolgente, coinvolgente, convincente e tanti altri "ente".

Voglio fare un esempio menzionando una delle primissime cose che accade dopo che il mondo è stato informato del pericolo. 

I Vitoni si rendono conto di cosa sta accadendo e passano al contrattacco. Russel (va detto, con una buona dose di becero orientalismo) descrive come i cittadini del Blocco Asiatico, a chiara egemonia giapponese, si lascino facilmente plagiare e conquistare da un'altra "razza" (di nuovo!) a causa delle loro "mentalità, usanze, religione e tradizioni" che ne fa "figli del Sol Levante"... il che avrebbe convinto le loro menti semplici che i Vitoni sono gli spiriti degli antenati perché simili al Sole (eh? Sono azzurri!). Uno potrebbe pensare che tali concezioni, compreso l'uso spregiudicato di kamikaze da parte del Blocco Asiatico, possano derivare dalle esperienza della seconda Guerra Mondiale, ma il romanzo è del '39. Pare proprio che idee del genere fossero già diffuse al tempo nella società americana. 
Il punto però è che la guerra totale (in cui si teme l'uso delle atomiche da parte di uno dei blocchi, che nel 1939 è notevole) è una delle primissime cose che accade, e da lì è tutta escalation.
Chapeau.

Ai miei occhi questo è sì, un romanzo d'azione, ma non esito a classificarlo come hard science fiction: Russel, da scrittore di gran classe, ci tiene a che tutto quel che racconta sia scientificamente plausibile e abbia una spiegazione che non solo ricada nell'alveo del possibile, ma contribuisca anche al ritmo e alla suspance della storia. 
Il mondo è futuristico quanto basta e in modo relativamente tipico per l'epoca. Le auto sono tutte "autogiro", cioè sono anche in grado di volare come elicotteri, ma le comunicazioni intercontinentali non sono possibili (nessuno aveva ancora immaginato i satelliti) e avvengono tramite radio a corto raggio o portando fisicamente i nastri presso le stazioni più lontane in modo che possano essere trasmessi oltre.

In conclusione mi è piaciuto molto, questo Schiavi degli Invisibili, confermando il mio amore per Russel che ritengo un signor scrittore capace di creare romanzi dalle premesse complesse e folli ma convincenti, serrati e accurati, senza fili di trama lasciati a penzolare, con personaggi un po' piatti che però le idee "grosse" e il ritmo fantastico compensano più che abbondantemente.


La splendida copertina di Caesar trasmette un'angoscia inenarrabile


Dorso

Quarta di copertina con Topolino, approdato alla Mondadori nel 1937 in formato giornale, passato a libretto nel 1949

Pubblicità di Grazia in seconda di copertina

Firma incomprensibile, mese e anno

Scheda dell'opera

Insolito trovare una Premessa dell'autore: bello vedere da dove gli sia arrivata l'idea

Si comincia!

Gli "autogiro"

I malesi e lo stato di amok. Il concetto è del 1849 e, al momento in cui scrive Russel, è una curiosità antropologica, ma al giorno d'oggi è ritenuta una sindrome culturale

I bombardamenti del blocco Asiatico

Illustrazioni interne di Carlo Jacono come al solito

"Televisione, radio, telegrafo, corrieri stratosferici": le comunicazioni nel 2015

Le sfere sono Vitoni!

Il povero Wohl, coprotagonista, ne passa di ogni colore

Pubblicità

Un Vitone che si nutre

Dagli al Vitone col raggio!

Pubblicità per Urania Rivista

Repetita juvant...

L'angolo enigmistico

Quarta di copertina

16 febbraio 2023

Urania n. 6 - La legione dello spazio di Jack Williamson


CARATTERISTICHE EDITORIALI E FISICHE

Il volume è leggermente brunito, un po' sporco di polvere e presenta piccole pieghe ai bordi della copertina, ma è solido e immacolato sotto ogni altro aspetto. Costina rigida e coesa i cui bozzi sono probabilmente presenti ab origine fin dalla stampa o dalla distribuzione in un pacco fascettato, perché non mostra segni di essere stata aperta se non una volta o due. Rilegatura perfetta.

Presenta sul frontespizio la solita firma illeggibile e l'indicazione "Dicembre 1952" che è il mese di uscita del numero.

Traduzione di Stanis La Bruna, che purtroppo non da una gran prova di sé. Capiamoci, sforzo valente: è evidente che sa il fatto suo, ma non sembra a suo agio nella fantascienza. Una veloce ricerca OPAC mi conferma che traduceva (l'ultimo lavoro è del 1964) grosso modo autori contemporanei di varia, romanzi classici e gialli. Data anche l'età anagrafica non è sorprendente che la sua versione della prosa di Williamson abbia un tono tanto classico e poco dinamico, inadatto a una space opera piena d'azione. Ci sono momenti in cui è tutto un thesaurus, con il povero traduttore sconcertato in cerca di termini alternativi a "raggio" perché gli pare veramente, ma veramente brutto renderlo sempre allo stesso modo.

Altre volte poi toppa e basta o è inutilmente bizzarro. Per lui gli avamposti sono "posti avanzati" e marcire si dice "infradiciare". È difficile non farsi strappare via dalla storia quando non si capisce di primo acchito cosa si sta leggendo. Esempio: a un certo punto una creatura marina descritta come una grossa ameba comincia a strisciare su un tronco coi suoi "tentacoli" (che sarebbero pseudopodi, quindi, no?) che, la frase dopo, si trasformano in "branchie" e restano così. Improvvisamente mi ritrovo a pensare a un'ameba che sviluppa branchie come mezzo di locomozione e rido. Non voglio pensare che il povero La Bruna si sia trovato davanti branches (rami) senza andarsi a cercare il termine e abbia capito male un intero paragrafo, ma è una possibilità. È la prima volta che leggo questo romanzo, quindi non posso fare confronti con l'originale, ma dubito che Williamson fosse così impacciato.

Pochissimi refusi tipografici, brava Urania! Decisamente sotto la media, 3 o 4.

RECENSIONE (SPOILER!)

Mi sono trovato davanti a un meno che mediocre romanzo di space opera con un tono guascone da fumettone di fantascienza anni '30 e '40, ma non è una sorpresa: la storia apparve per la prima volta a puntate su Astounding Stories nel 1934, quindi era prevedibile. Purtroppo però non è un bel fumetto guascone! È il primo Urania dal numero 1 che non mi sia piaciuto.

Ci troviamo nel 3000 e rotti e il Sistema Solare è completamente colonizzato, ma gli esseri umani non si sono spinti oltre. L'unica esplorazione al di fuori dei nostri confini è stata quella verso la Stella di Barnard, da cui però è tornata solo una parte dell'equipaggio, in generale piena di piaghe purulente e impazzita. Questi sopravvissuti raccontano di un pianeta enorme popolato da inquietanti esseri volanti chiamati "Medusae", grandi come un elefante, che comunicano tra loro con impulsi elettrici.

La Legione dello Spazio è il corpo di polizia/forza militare del Sistema, creata dopo la deposizione della dinastia degli Ulnar, i "Porpora", despoti del Sistema per centinaia di anni.

Il nostro protagonista si chiama John Ulnar e fa parte di quella famiglia, ma è un fervido sostenitore della Green Hall (tenuta in originale nel testo), cioè della democrazia instaurata dopo l'egemonia della Purple Hall ("Hall di Porpora" in traduzione, curiosamente), ed è cadetto della Legione. Gli viene affidato, in virtù della sua parentela con Adam Ulnar che ne è a capo, l'importantissimo incarico di far parte del contingente che protegge Aladoree Anthar, una ragazza che - unica nella Galassia - conserva nella sua testa il segreto di AKKA, la terribile e misteriosissima arma con cui sono stati sconfitti i Porpora e la cui deterrenza mantiene l'ordine nel Sistema.

Evito di fare un riassunto completo perché, beh, troppi spoiler, e poi penso non ne varrebbe la pena. Mi interessa di più raccontare com'è il libro per darne un'idea, che purtroppo non è lusinghiera anche considerando l'epoca in cui è stato scritto. Flash Gordon esordisce nello stesso anno ed è ordini di magnitudine più entusiasmante pur trattandosi di un fumetto. Lo stesso dicasi per Buck Rogers che è addirittura del 1929. Purtroppo Williamson non regge il confronto nemmeno con il suo collega e contemporaneo Doc Smith (sua la Saga dei Lensmen, per dirne una), pioniere della space opera che scriveva meglio ed era molto più attento agli aspetti scientifici già nel 1931 (ad es. vedere Spacehounds of IPC, prima volta in assoluto in cui viene proposto il concetto di raggio traente).

Faccio qualche esempio.

John Star (Ulnar) "combatte per Aladoree" - dando a intendere che amor vincit omnia ma in realtà è solo basilare arrapamento e plot convenience; si sono parlati tre volte in poche ore di conoscenza in cui lei gli ha detto solo "guarda che nella mia guardia, di cui fai parte, c'è un traditore che vuole il segreto di AKKA, difendimi" e lui "boh, forse sì, forse no, lealtà alla Legione, blablabla" - ed è sempre più veloce "di pochi centesimi di secondo" dell'avversario a estrarre "l'ago atomico" e premerne la "leva" per lanciare "la sua folgore". Le astronavi vanno a "sali di uranio" e hanno "periscopi telescopici", le camere di equilibrio si chiamano "valvole", i motori "geodyne"... e Williamson, a sorpresa in questa orgia di roba alla Flash Gordon, li descrive in maniera corretta e concisa come una propulsione Alcubierre, praticamente il motore a curvatura di Star Trek, concetto che il fisico da cui prende il nome non aveva ancora presentato nella sua tesi di dottorato perché, beh, sarebbe nato solo nel 1964.

Per farla breve, Aladoree viene rapita dalle Medusae con la complicità di un altro parente di John Ulnar (pullulano! Sempre al centro degli eventi epocali tipo gli Skywalker), allo scopo di costringerla a costruire AKKA per usarla contro la razza umana. John viene imprigionato con gli altri componenti della guardia del corpo di Aladoree. 

I suoi compagni di cella sono privi di caratteristiche distintive o qualsivoglia personalità eccetto Giles Habibula (nome assolutamente meraviglioso), che viene rappresentato come un imbecille querulo e oscenamente obeso con gli "occhi da pesce cotto" le cui uniche occupazioni sono mangiare o lamentarsi drammaticamente che non sta mangiando. O che sta per morire. O che ha appena perso l'unica bottiglia di vino sul pianeta. Ho reso l'idea. Nonostante beva come un lavandino e sia capace di ingurgitare vivande per cinque, alla resa dei conti si rivela un intelligente, ottimo ingegnere, un agile scassinatore e, pur faticando per il peso spropositato, tiene dietro alle impegnative imprese fisiche degli altri nuotando per chilometri (lamentandosi della sua asma per tutto il tempo con un fiato che rivela la sua bugia) e arrampicandosi per scoscesi condotti di ventilazione nel rocambolesco tentativo di fuga da una prigione.

Questo spero illustri perché penso che in questo romanzo tutto sia SEMPRE A MILLE. L'intera trama è una sarabanda di improbabili azioni eroiche, alle volte incredibilmente comiche per la loro idiozia scanzonata. Nessuno fallisce mai niente, nessuno sbaglia mai niente, tutti sono coraggiosi, leali e prevedibili e piatti e dopo un po' impera la noia. Nessuna tensione, nessuna sfida. Giusto per dare un'idea, il nostro John a un certo punto sconfigge a mani nude una temibile creatura volante, le strappa le ali e le costole e ci si fa un aliante in pochi minuti, col quale si infiltra nella cittadella aliena accedendo a una finestra a oltre 2000 metri dal suolo da cui parte. Eddai :D

Insomma, è tutto un po' esagerato, un po' grottesco, largamente implausibile anche per un lettore del 1952 e in generale meh. Se fosse fantasy invece che fantascienza non cambierebbe, nella sostanza, nulla di nulla.

A parte pochi elementi infatti la plausibilità scientifica è quasi zero: tutto è "atomico" anche se non ha senso (che ci sta, era il 1934, ma fa parte di un trend), niente di scientifico e/o tecnologico viene descritto in maniera adeguata o anche solo con più di due o tre aggettivi generici, nessuno usa tute spaziali e via elencando.

Ottimo esempio di questa tendenza è AKKA, la potentissima arma di cui solo la ragazzina conosce i progetti. Non si sa cosa faccia fino alla fine del romanzo, chiaramente in preparazione del gran colpo di scena: quando la si vede in azione di "scientifico" non c'è niente, la ragazza la costruisce con due pezzi di legno, un pezzetto di ferro arrugginito e un po' di spago, poi la punta contro la Luna invasa dalle Medusae e la rimuove completamente dalla realtà così, di botto, senza spiegazioni e senza conseguenze.

Purtroppo anche la traduzione è un po' un problema, come accennavo. Il lessico è goffo, desueto anche per il '52, poco adatto per l'azione frenetica del libro, si mette tra il lettore e il godimento dell'opera. Cose come "si udì uno sfriggolìo presso il fuoco, un buffo di fumo gli giunse alle nari" suonavano obsolete anche nel 1952.

"Immarcescibile" e "mortale", ad esempio, sono usati come aggettivi nelle imprecazioni (ad es. "per l'atomo immarcescibile" e "per la nostra vita mortale, non parlare così") e mi sono poco comprensibili. 

Vedo due casi possibili, ma forse ce ne sono di più:

  1. il traduttore ha reso fantasiosamente parole comuni. "Immarcescibile" potrebbe essere un meno ricercato "everlasting", "mortale" invece pare "dannato" o "maledetto" come nell'esempio qui sopra o in "non ho fatto neanche in tempo a mangiare un boccone mortale!";
  2. Williamson ha usato un qualche neologismo "fantascientifico" con significato equivalente per dare un tono futuribile al dialogo o magari persino accennare qualche aspetto culturale differente dai nostri, di cui il traduttore non ha ben saputo che fare.

Sono finora stato impietoso, ma ci sono anche dei lati positivi: non è solo monnezza! Di qualcosa ho parlato sopra, ma voglio anche citare la scena del viaggio verso la stella di Barnard, ove si trova il pianeta delle Medusae. Lì è lo spazio il vero protagonista: le nebulose sono "tifoni spaziali", giganteschi maelstrom di polveri agitate da venti generati da misteriosi "controspazi" a "entropia negativa" (audaci invenzioni ma ben ragionate, dato che di quelle cose nel 1934 non si sapeva un accidenti) e il sense of wonder si spreca a piene mani anche nella corretta descrizione delle costellazioni e dei corpi celesti - quantomeno per le conoscenze del tempo.

In generale non consiglio la lettura: mi è risultato un romanzetto mediocre, privo di spessore, una sarabanda avventurosa dalla trama lineare in cui è chiaro dal principio che il protagonista non sarà mai in vero pericolo, con un finale scontato e telefonato fin da pagina 40. È pieno di cliché che erano tali anche al tempo in cui fu scritto, è un feuilleton ma senza intreccio complesso, in cui succede di tutto e niente è interessante. Ha qualche momento più animato e un paio di belle scene ma leggerlo costa noia e non valgono il prezzo del biglietto: pessima prova di Williamson.

Copertina drammatica e concitata, ma niente di cui scrivere a casa. Colori sempre FANTASTICI, quanto amo Caesar

    Quarta di copertina

Costina

Seconda di copertina

Frontespizio con firma e data

Scheda dell'opera

Si inizia!

Sul pianeta delle Medusae è diffuso un gas rosso che fa marcire la carne degli esseri umani

Illustrazioni interne di Carlo Jacono, una garanzia. Qui però sono rappresentate tute spaziali, del tutto assenti nel libro

Ecosistemi alieni senza capo né coda!

I titoli dei capitoli sono ESTREMI :D

Pubblicità. Se ho capito l'antifona l'illustrazione è il ritaglio di una più grande "presa in prestito" da uno dei numeri successivi.

Altro titolo ESTREMO!

È brutto precipitare in un mare alieno

Raggi! Anzi, "folgori"!

Giles FTW

Unico accenno che abbia trovato riguardo a cosa ci sia sugli altri pianeti del Sistema Solare

Allora è proprio vero: esiste solo la famiglia Ulnar!

L'occhio di una Medusae

L'astronave di John di ritorno in un Sistema Solare invaso

A pagina 118 ho trovato questo segnalibro

Questa illustrazione è riciclata...

... da questa. Carine le Medusae!

14 febbraio 2023

Urania n. 5 - Il terrore dalla sesta luna di Robert Anson Heinlein

CARATTERISTICHE EDITORIALI E FISICHE

Manca un tratto della costina, gli ultimi 1.5cm della parte inferiore. Sembra un fallimento della colla, o proprio la sua assenza. L'impressione è che un lettore infastidito dalla carta penzoloni potrebbe averla strappata per non averla tra i piedi, generando così un danno piuttosto importante. Lo stato di conservazione complessivo gli fa meritare un LEM 4.5, anche se forse qualcosa meno... ma faceva parte di un lotto di numeri in splendide condizioni (tra cui abbiamo già visto il numero 3 - L'orrenda invasione di Wyndham) e francamente sono soddisfatto, non punto a sostituirlo con particolare urgenza. Se mai me ne capiterà sott'occhio uno migliore potrei considerare la cosa, ma questo è bellissimo e va benissimo così.

Per il resto la rilegatura è robusta, le copertine solide, le pagine ragionevolmente bianche e il volume non ha affatto risentito della lettura.

Il volume presenta la stessa firma del n. 3, a me incomprensibile, con il mese e l'anno di uscita del numero.

Traduzione di Maria Gallone, che è una SIGNORA traduttrice e ha reso in italiano gentucola come Asimov, Poe, Conan Doyle, Wilde, London e tanti altri autori di spessore, spesso di fantascienza e fantastico. Non trovo biografie ma direi che questo basta come curriculum.

Parlerò del lessico nella recensione perché è una delle cose che rende il romanzo eccezionale anche in traduzione.

A questo proposito: il libro è nella sua versione ridotta e tagliata ma non per colpa di Mondadori, dato che anche l'edizione originale non era integrale. Quella completa conteneva infatti diverse scene e riferimenti agli aspetti sessuali della "possessione aliena" che al tempo l'editore non si sentì di pubblicare. 

Cito da Wikipedia:

(...) la versione integrale del libro inizia con Sam che si sveglia a letto con una bionda che aveva casualmente rimorchiato la sera prima senza nemmeno preoccuparsi di imparare il suo nome; nella vecchia edizione era stata omessa ogni menzione su di lei. La versione del 1951 chiarisce che gli uomini posseduti dagli invasori perdono ogni impulso sessuale - un elemento essenziale nelle prime parti della trama - ma l'editore originale ha completamente tagliato ogni riferimento al fatto che, quando i "burattinai" scoprono la sessualità umana, intraprendono orge selvagge, trasmesse in diretta in TV nelle aree sotto il loro controllo.

Heinlein è sempre stato uno che non guarda in faccia a nessuno quando si tratta di descrivere idee controverse e scioccanti! Per il 1951, quantomeno, per i giorni nostri non è niente di cui scrivere a casa. La versione integrale uscirà soltanto nel 1990.

Non mi sono accorto di errori di battitura o tipografici di altro tipo, il che è decisamente insolito per un Urania. Bravi!


RECENSIONE (SPOILER!)

Grandissimo classico dei romanzi "di invasione", Il Terrore dalla Sesta Luna (The Puppet Masters, "I Burattinai", in originale) di Robert Anson Heinlein non ha bisogno di grandi presentazioni, ma proviamoci.

L'azione è ambientata nel remotissimo futuro del 2007 e comincia con l'avvistamento di un "Piatto Volante" a Des Moines, in Iowa. Diversi agenti segreti mandati sul posto non generano un rapporto che abbia senso e il Vecchio, capo dei Servizi, decide di andare di persona con i suoi due agenti migliori, Sam e Mary (nomi fittizi: in realtà rispettivamente Elihu e Allucquere).

Vale la pena notare che Sam è arrapatissimo dal primo momento in cui vede Mary e questa sarà la romance del libro. Della sua rampante misoginia parlerò dopo!

Intanto grazie alla loro arguzia e determinazione scoprono un parassita alieno, simile a una grossa lumaca, che si impadronisce dei corpi umani attaccandosi alle loro spalle e controllandoli in toto. Non riescono però a convincere il Presidente degli Stati Uniti a dichiarare lo stato di emergenza e devono tornare per ottenere più prove: è nel corso di questa missione che Sam viene posseduto. "Lavora" per gli alieni per un po', fino a che non viene liberato dal Vecchio che poi lo costringe a fondersi di nuovo con un parassita catturato vivo per poterlo interrogare. Scoprono così che gli alieni vengono da Titano, la sesta luna di Saturno.

Il resto del romanzo è un'avventura rocambolesca solidamente impiantata nella plausibilità scientifica - per quel che era ragionevole nel 1952 - piena di colpi di scena e una continua evoluzione della minaccia e dei modi per affrontarla. La storia è suddivisa in due diversi piani, narrativamente, anche se tutto è raccontato in prima persona dal punto di vista di Sam. Su un piano (la maggioranza) si svolgono le avventure dei nostri protagonisti che cercano e ricavano intelligence sugli alieni, su un altro Heinlein ci mostra le conseguenze istituzionali e militari di quelle informazioni, portando ai suoi logici estremi la situazione pur senza chiedere troppo alla sospensione dell'incredulità del lettore. 

Esempio: il Presidente emana un decreto che costringe tutti negli USA ad andare in giro a torso nudo per dimostrare di non avere parassiti attaccati alle spalle e tali leggi saranno sempre più draconiane nel corso della storia, fino a imporre la nudità totale o quasi, ma è effettivamente una risposta sensata, per quanto emergenziale, alla necessità di sapere chi è un nemico e chi no. Il sovvertimento delle regole sociali è gustosissimo e l'autore ci gioca sopra più e più volte rimarcando l'assurdità della situazione.

Riassumere tutte le vicissitudini della guerra contro gli alieni sarebbe lunghissimo e non lo farò, basti dire che la vittoria dell'umanità passerà attraverso la scoperta del modo in cui si riproducono gli alieni e l'ideazione di un piano di guerra batteriologica (usando una malattia "venerea" nel senso che viene letteralmente da Venere!) che sfrutti quella caratteristica.

Posso dire però che vi sono momenti di assoluta disperazione risolti con colpi di genio a volte davvero sorprendenti (di solito vengono in mente a Sam), tanta azione molto cinematografica e una narrazione tiratissima che verte a un finale sì liberatorio, ma anche genocida e vendicativo! 

Il mondo descritto da Heinlein salta vivido fuori dalle pagine. È uno in cui le pistole a raggi hanno soppiantato quelle a proiettili, tutti hanno auto volanti, sono state stabilite colonie su Venere, abbiamo visitato Marte e ci sono diverse stazioni orbitanti intorno alla Terra ma, per contrasto, i satelliti non esistono: al buon Robert Anson non sono proprio venuti in mente (ragionevole, dato che lo Sputnik fu lanciato solo nel 1957) ma d'altronde non tutti sono Arthur C. Clarke. Tutte le trasmissioni sono strettamente a corto raggio ed è un aspetto rilevante per la trama: gli USA sono divisi in "blocchi di trasmissione" che passano oltre le comunicazioni ricevute dai blocchi vicini. In un contesto in cui alcune di queste zone sono in mano agli invasori tutto diventa più complicato perché possono isolarle efficacemente dal mondo esterno e possedere tutti con comodo senza provocare allarme, aggiungendo pepe alla storia. 

Il libro è pieno di palesi riferimenti alla "minaccia comunista", con momenti che ricordano, estremizzandole nella presentazione anche se non nell'essenza, le cacce alle streghe del maccartismo. Si veda ad esempio la scena in cui il Presidente degli USA e il suo entourage dei servizi segreti costringe, ad armi spianate, Camera e Senato a denudarsi per scovare i traditori posseduti.

Il cliché per cui "invasione della Terra" significa grosso modo sempre "invasione degli Stati Uniti continentali", considerati il centro del mondo "civilizzato", a quei tempi non era ancora necessariamente trito e Heinlein lo segue, ma nel corso del romanzo si scopre che i parassiti sono quasi certamente arrivati anche nella Russia sovietica, in Cina e nel resto del continente nordamericano - Messico e Canada.

Ho accennato sopra al sessismo rampante e agghiacciante. Più che elaborare preferisco mostrare, quindi ho messo qualche esempio nelle foto. Ovviamente è par for the course a quei tempi, ma potrebbe rovinare il gusto della lettura ai più sensibili. Basti dire che l'amore sboccia per arrapamento e si celebra un matrimonio in brevissimo, anche se non è chiaro se si tratti di giorni o mesi. Il trattamento della povera Mary oscilla tra "vagamente rispettoso" e "santo cielo denuncialo e scappa".

La traduzione è eccellente e il lessico è pazzesco. 

Le scimmie ("orangutango" e gorilla) sono anche "quadrumani", o "antropoidi", si applaude "non con le mani, ma in pectore sì", si può udire "il pauroso suono raggricciante di due legni secchi confricati" e in generale le espressioni colorite si sprecano ("Dopo sette, al massimo nove giorni di malattia... tela!", "non si faccia soverchie illusioni", "animaccia di tamburo", "ma di cosa sta cianciando?", "anche l'altro parassita tirò le zampette") ed è una delizia assoluta e costante. Brava la Gallone!

Il numero si chiude con la quinta puntata di "Oltre l'invisibile", romanzo di Simak, più una Rubrica scientifica che parla di cosmologia e presenta diverse teorie riguardanti l'origine dell'universo, tra cui anche quella rivelatasi poi esatta del Big Bang di Lemaître, e un "varietà", cioè una pagina con giochi "enimmistici" come si diceva al tempo: cruciverba e rebus.

PS: tranquilli, le evidenziazioni sono ovviamente digitali, il libro è intonso. Probabilmente non c'è motivo di dirvelo, è molto evidente, but still.


Copertina un po' banalotta ma l'arte di Caesar è sempre fantastica. Possiamo vedere in primo piano Sam e Mary, di spalle il Vecchio, e si tratta di una scena che accade veramente nel libro

Quarta di copertina

La costina rovinata

Ex Libris e data

Si inizia così

Parte della misoginia vecchio stampo si vede in affermazioni come "una ragazza ne vale un'altra".

Illustrazioni interne di Carlo Jacono come al solito, sempre bellissime

Eh, queste donnette che cianciano a vuoto

La notissima dipendenza da hashish, manco l'eroina fa quei danni signora mia

Nel 2007 le biblioteche sono così: tubi pneumatici che schiaffano cartucce nel visualizzatore!

Bellissimi i razzetti coricati lì, pronti a partire... come? Punti in più per le meduse volanti

Non si vede nell'immagine ma il povero Sam ha sulle spalle un parassita alieno ed è legato per un interrogatorio

"Animaccia di tamburo" non lo avevo mai sentito ma rende bene l'idea!

Tra Sam e Mary non so chi se la vede peggio in termini di orripilanti traumi psicologici

Satana è un povero scimpanzé su cui fanno esperimenti coi parassiti

"Senza cataplasmi interplanetari sul groppone" è MERAVIGLIOSO


Almeno!

La povera Mary in luna di miele si vede spingere tra le fiamme perché ha un parassita sulla schiena 

Era, dopotutto, il 1952

Descrizione di uno dei mezzi invasori

Tipico marito degli anni '50: perché non chiamare tua moglie "sgualdrinella" e minacciare di spaccarle la schiena? Puro buon senso, no? 

Il Vecchio è una pellaccia

Rubrica scientifica

Varietà

Francamente 3300 lire per 24 romanzi da 150 lire l'uno non è proprio un affarone: sono comunque 137,5 lire a numero

Titolo osè!