
Il volume è squadrato, solido, ancora elastico. La copertina presenta un piccolo strappo e un angolo piegato, la costina una piega di lettura, ma niente di imperdonabile. Siamo intorno a un LEM 4,5.
Il titolo originale de Il Pianeta Maledetto è Dreadful Sanctuary (che sì, non c'entra niente) e, come molti altri romanzi passati da queste parti, è stato dapprima serializzato su Astounding Science Fiction a partire dal 1948, per poi vedere la luce come hardcover nel 1951 per i tipi di Fantasy Press (gli stessi di Gorilla Sapiens, Oltre l'orizzonte e Il figlio della notte... buon fiuto!), con una meravigliosa copertina di Edd Cartier che vi posto qui perché damn. Preferisco quella di Caesar per il realismo scientifico della rappresentazione, ma questa è più drammatica, più avventurosa e il razzo è uguale a quelli nel libro!
Traduzione di un giovane Pietro Leoni, che nel corso della sua carriera ha tradotto sia fantascienza (Asimov, Hamilton, van Vogt) che classici (come Mark Twain) e fa un lavoro magnifico. La prosa è agile, moderna, divertente, e il lessico anni cinquanta le conferisce uno charme meraviglioso. Richiama molto lo stile degli hard boiled del tempo. Pur non avendo letto il romanzo in lingua originale, sono certo che parte del merito è di Russel, ma diamine se Leoni non ci mette del suo. I pochi inciampi, come un "ingenuity" tradotto "ingenuità" o un "is that all?" reso con "è qui tutto?", si possono felicemente perdonare. Uno però mi ha lasciato perplesso. Un razzo esplode per un incendio a "uno dei suoi venturi laterali", che non so cosa voglia dire di preciso. È un motore? Si riferisce all'effetto Venturi? In questo caso, cosa c'entra, dato che riguarda la meccanica dei fluidi? Ho cercato termini aeronautici simili ma senza alcun successo.
RECENSIONE (SPOILER!)
Siamo nel lontano futuro dell'anno 1972 e il diciassettesimo razzo verso la Luna esplode poco prima di arrivare a destinazione, come i precedenti sedici, scatenando un'ondata di scoraggiamento in tutti coloro che vorrebbero vedere qualcuno mettere piede sul satellite. Incompetenza degli ingegneri americani? Forse. Sabotaggio dei russi? Pare improbabile quando esplode anche un razzo russo. Cosa, allora?
Il professor Bob Mandle ha un'ipotesi: lo "strato Mandle", cioè un involucro elettromagnetico che avvolgerebbe la Luna tra i diecimila e dodicimila chilometri di distanza dalla superficie e farebbe reagire il combustibile dei razzi in maniera esplosiva.
Il signor Armstrong, corpulento magnate con più soldi che buon senso, si incuriosisce leggendo l'articolo dello scienziato. Sta finanziando il diciottesimo razzo, quindi ovviamente desidera vederci chiaro. Chiama così Mandle al fonovisore per chiedergli dettagli, ma la conversazione si interrompe bruscamente. Troppo perché non vi sia qualcosa sotto. Armstrong manda quindi i servizi d'emergenza a casa del professore e scopre che è morto stecchito nel corso della videochiamata, apparentemente per cause naturali... la qual cosa puzza. E ora che si fa?
Come Mandle c'è solo Mandle: la sorella Claire, scienziata pure lei, tanto intelligente quanto amante dei cappelli bizzarri. In attesa di incontrarla, il magnate assume Hansen, un investigatore privato, per scoprire chi avrebbe avuto motivo di far secco Bob e prendere informazioni riguardo certi politici che sospetta avrebbero interesse a sabotare lo slancio verso la Luna.
Inzia da qui una rocambolesca vicenda di agguati, pedinamenti, travestimenti, omicidi, zuffe e attentati, a metà strada tra la detective story e la fantascienza. Il ritmo è incalzante pur senza esagerare, aiutato da una prosa agile e scattante, mai scontata, sempre avvicente.
Chi sono i misteriosi oppositori che non vogliono l'uomo nello spazio? Perché? Chi è l'uomo dai capelli rossi che pedina Armstrong? Che segreti nasconde il Norman Club, misteriosa organizzazione senza un apparente scopo di cui fanno parte persone influenti, compresi diversi senatori, e che pare avere le mani in pasta negli affari spaziali? Perché dalle azioni di Armstrong dipenderà lo scoppio della Terza Guerra Mondiale?
Non vi spoilero oltre, dovete leggerlo. Dire di più significherebbe rivelare il colpo di scena principale del romanzo e non vi farò questo disservizio, perché Russel se la gioca bene. Occhio alle foto, però, più sotto spiego perché.
Armstrong è un personaggio adorabile. Massiccio e forzuto, pragmatico e simpatico, è capace di rimettere al loro posto i suoi interlocutori, che siano nemici o collaboratori, tanto coi pugni che con un sarcasmo tagliente e mai sgradevole. Il modo in cui parla è fortemente caratterizzante, è un tipo a cui non piacciono le manfrine e punta dritto al sodo, con scarsa sopportazione per chi non si comporta in modo schietto ed efficiente. Si fa presto ad amarlo per la sua caustica verve ed è tutto merito di Russel, che più in generale conduce un ottimo lavoro di caratterizzazione dei personaggi principali.
Questo include Claire Mandle, donna pronta, determinata e spiritosa per cui Armstrong si prende una cotta istantanea al primo incontro, ricambiato. Il banter tra i due è delizioso e, seppur il personaggio femminile risenta di qualche cliché anni '40, paritario e divertente. Lui è esplicito nel suo flirting, lei meno, ma la questione è trattata con penna felicissima e si accompagna molto bene, con ottimo bilanciamento, alle diverse discussioni sugli avvenimenti in cui si trovano coinvolti. Si ha da subito l'impressione di qualcosa di genuino, positivo, sdrammatizzante: di norma il romance non mi interessa molto, perché spesso è banale e infarcito di stereotipi, ma seguire lo svilupparsi delle loro interazioni è fantastico e interessante. Bravo Russel!
NOTA BENE
La scheda dell'opera, che ho incluso nelle foto, RIVELA L'INTERA TRAMA DEL ROMANZO - FINALE INCLUSO. EVITATELA COME LA PESTE se non volete spoiler.
Mi voglio soffermare un momento sulla rubrica scientifica perché, beh, se a questo punto non mi conoscete siete stati poco attenti... e poi nel romanzo la scienza latita – c'è molta più "fanta", nonostante una robusta dose di technobabble – quindi fatemi sfogare!
Si parla di "radiostelle", termine generico per fenomeni poco compresi, che erano al tempo una roba nuova nuova... un po' come la stessa radioastronomia, che aveva appena più di vent'anni e portava scoperte su scoperte, una più sensazionale dell'altra. Le radiostelle in questione erano strane bestie: fonti radio di enorme potenza che non avevamo proprio idea di che roba fossero.
Oggi, in linea generale, le chiamiamo quasar se sono nuclei galattici molto attivi o pulsar, cioè dense stelle di neutroni (immaginate la massa del Sole compressa in una sfera del diametro di venti chilometri) in rapidissima rotazione, che sono ciò che rimane dopo l'esplosione di un certo tipo di supernova. Nell'articolo si parla di circa 200 fonti radio scoperte fino a quel momento e vengono menzionate per nome solo due "radiostelle": la pulsar rimasta dopo la supernova del 1054 che diede origine alla Nebulosa del Granchio e quella che oggi chiamiamo Residuo della Supernova di Tycho.
Trovo affascinante leggere di quando queste cose erano nuove, eccitanti scoperte piene di mistero, perché è ancora così. Se oggi abbiamo le idee molto più chiare riguardo a ciò che ci lasciava basiti 70 anni fa, non ho dubbi che tra altri 70 quelli che oggi consideriamo enigmi saranno ben conosciuti e ci riveleranno nuove meraviglie.
C'è, ovviamente, anche un "angolino ingenuità": nel 1953 della Luna sapevamo ancora poco. Eravamo ragionevolmente certi che non ci fosse un'atmosfera e, quindi, niente acqua, niente vita e nessuna erosione del suolo. Esistevano però numerosi "selenografi" che tracciavano mappe della superficie del nostro satellite a intervalli regolari, basandosi su osservazioni oculari, e sostenevano a spada tratta che la superficie della Luna mutava eccome! Quindi chi pensava fosse un mondo morto si sbagliava! Kombloddoh!1!
La gente è sempre gente e certe cose non cambiano mai.
In generale il romanzo è solido, pieno d'azione, intrigo, spavalderia e sarcasmo: intrattiene con gusto e riesce a creare una buona suspense, anche se è più detective story che fantascienza. Non incontra particolarmente i miei gusti però l'ho comunque apprezzato e non mi sono mai annoiato: se è il vostro genere buttatevi sereni, lo raccomando!
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La costina è solida ma non perfetta, dato che presenta una piega di lettura che corre per tutta la sua lunghezza. |
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Quarta di copertina = pubblicità. La Rumianca S.p.A. faceva prodotti chimici industriali ma, a quanto pare, anche deodoranti per armadi. |
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Mai perdere occasione di spammare i Gialli Mondadori in seconda di copertina! Del resto la pubblicità nelle pagine interne in questo numero manca del tutto: credo sia la prima volta. |
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Frontespizio con la solita firma incomprensibile e il mese di uscita. Tra un po' la firma scomparirà perché gli Urania che ho acquisito da un certo numero in poi hanno avuto proprietari differenti. |
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